Q8 Erbusco
Gennaio 19, 2024Erbusco design station
Gennaio 19, 2024
L’imponente Torre Velasca a Milano, con la sua bizzarra forma a fungo, fu progettata nel 1948 dal gruppo BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers), e fu immediatamente un’opera controversa, importante e iconica, ma anche aspramente criticata da autorevoli architetti.
Eravamo dunque curiosi di vedere quale sarebbe stato l’approccio dello studio Asti Architetti, cui Hines, che attraverso Prelios ha recentemente acquisito l’immobile, ha affidato i lavori di rigenerazione e la riqualificazione della piazza antistante.
Da quanto abbiamo visto e letto, Paolo Asti, « l’architetto gentile », che ha già eseguito interventi simili su edifici nel tessuto storico di Milano, ha operato con un approccio conservativo, si è immerso nella consultazione delle tavole originali, conservate nell’archivio Belgioioso e ha accuratamente studiato e riproposto, per gli esterni, l’uso delle malte cangianti che erano state utilizzate originariamente; per gli interni ha restaurato, laddove possibile, parte degli arredi e dei dettagli, le lampade, le balaustre, i gradini, individuando e riproponendo nuovi arredi ispirati alle forme del tempo.
Sono state anche rielaborate, secondo i disegni originali, le splendide maniglie presenti, mantenendo al 15° piano, a memoria del passato, un paio di serramenti originali “ferrofinestre” – straordinaria creazione della CurtiSa, azienda nata a Bologna nel 1929, e divenuta negli anni ditta di riferimento degli architetti razionalisti.
La ristrutturazione insomma sembra aver trovato nell’analisi e nel rispetto di tanti curatissimi dettagli del progetto originale non un aspetto secondario o trascurabile dell’opera nel suo insieme, ma piuttosto il segreto del suo fascino e la chiave di interpretazione dell’intento estetico dell’intera costruzione. Il diavolo che, secondo il detto, si nasconde nei dettagli non è insomma sempre così maligno…
È quello che ci siamo detti quando siamo stati coinvolti a collaborare come Archigia sulla riqualificazione della stazione di servizio Retitalia alla base della Torre Velasca, in fase di elaborazione, e della quale stiamo elaborando il progetto definitivo seguendo l’approccio rispettoso dei luoghi che ha inspirato lo Studio Asti, sebbene la stazione e le autorimesse non siano soggette a vincoli.
E guardando a ritroso è anche quello che abbiamo pensato quando iniziammo a lavorare su alcuni elementi di immagine di un progetto di tutt’altro genere e, naturalmente, di tutt’altra portata all’interno della nuova stazione di servizio Q8 di Paderno Dugnano.
Il progetto, elaborato dall’architetto Pietragalla, curato da Artelia e coordinato dall’Architetto Redivivo restituiva un’immediata impressione di leggerezza, attraverso forme permeabili e sovrapposizioni di trasparenze.
I dettagli che ne avrebbero composto e strutturato la realizzazione dovevano quindi essere improntati all’ idea di leggerezza che ne aveva ispirato la concezione.
Anche la stessa “pensivela”, eretta a copertura delle aree di erogazione, risponde a tali criteri – le bucature ne alleggeriscono il soffitto – mentre il pattern ottagonale di decoro del fabbricato, composto di pannelli in alluminio color rame perforati, frammentano la compattezza dell’edificio e si trasformano in serramenti in una sequenza armonica senza soluzione di continuità.
Nel rispetto della lievità dell’impostazione generale, Archigia, coinvolta nella realizzazione della flag, dei pannelli ottagonale e nel brand signage, ha studiato, per l’iconica flag un sistema di aggancio del rivestimento traforato alla struttura interna in acciaio che crea l’illusione di un mantello sospeso e un innovativo sistema di connessione dei diversi conci tra loro, di forme sempre diverse, che ha prodotto un suggestivo effetto di trasparenze.
Il dettaglio in architettura e in generale in ogni costruzione può costituire il valore aggiunto di un’opera e l’attenzione di chi realizza questi particolari costruttivi ne fa la differenza.
Per concludere, lo studio di nuove soluzioni tecniche al servizio dell’idea del progettista, l’accuratezza nell’elaborazione delle tavole esplicative e poi nella capacità di ingegnerizzare il “dettaglio” costituiscono l’indispensabile connessione fra l’idea dell’opera e la sua concreta e fedele realizzazione.